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Lavoro

L’adattabilità sul lavoro: la skill del presente e del futuro

 “Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere ma quella che si adatta meglio al cambiamento”

Charles Darwin

Questo concetto è universalmente e trasversalmente valido, non è strettamente legato alla biologia e non dobbiamo pensare alla nostra specie in termini di sopravvivenza fisica bensì psicologica e sociale: l’adattamento, infatti, è un processo evolutivo ed il cambiamento è una costante della vita di ciascuna persona. Alla luce degli avvenimenti dell’ultimo anno, dovrebbe essere lapalissiano il nesso tra cambiamento ed adattamento. Dunque, l’importanza di avere capacità di adattamento. 

Sapete che l’adattamento è legato anche allo stress? La risposta del nostro organismo agli stressors (fattori stressanti interni ed esterni) è aspecifica ed adattiva alle richieste dell’ambiente, ragion per cui viene chiamata SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO (Selye,1956) ed ovviamente include, è preceduta ed è seguita da cambiamenti a diversi livelli (es. fisici, cognitivi, sociali)

Quindi, cosa è la capacità di adattamento? 

Possiamo definirla, facendo riferimento all’ambito della psicologia, come “ il processo attraverso cui un individuo si adegua all’ambiente (fisico e sociale), modificando i propri schemi di comportamento (adattamento passivo) od operando sull’ambiente stesso per trasformarlo in funzione delle proprie necessità (adattamento attivo). Può essere considerata una delle cosiddette Soft Skills, di cui abbiamo parlato ad esempio in questo articolo.

Capacità di adattamento e lavoro

La capacità di adattamento o adattabilità indica il benessere e la capacità di cambiare atteggiamenti e condotte anche alla luce dell’insicurezza delle carriere e della continua modificazione delle domande lavorative (Fugate et al., 2004).

Il concetto di adattabilità non è lontano da quello di flessibilità e rappresenta una preziosa risorsa per il lavoratore odierno, immerso in un contesto incerto e in continuo mutamento (Hall 2002).

Il lavoratore che ha un alto livello di adattabilità mostra maggiore tolleranza di fronte all’ambiguità e all’incertezza del lavoro e mostra livelli inferiori di ansia di fronte ai cambiamenti organizzativi (O’Connell).

Ecco di nuovo palesarsi il legame imprescindibile tra adattamento e cambiamento.

Nel contesto lavorativo questi due aspetti sono collegati alla componente della proattività. Difatti, i tipi di personalità proattiva hanno la propensione ad affrontare al meglio i cambiamenti e gli sviluppi che riguardano il setting lavorativo e hanno una migliore gestione delle situazioni di difficoltà e di quelle che implicano restrizioni e impedimenti (Crant,1993).

ragazzo ha un'idea

Le persone con una personalità proattiva hanno migliori capacità di identificazione e di sviluppo delle proprie opportunità anche quando si tratta di ricercare le informazioni necessarie per la propria crescita; mostrano:

– maggiore controllo sulle situazioni;

-perseveranza;

-capacità di self-direction;

-migliore abilità di fronteggiamento delle situazioni di difficoltà.

(Bateman & Crant, 1993; Crant, 2000; Seibert et al., 1999; Seibert, Kraimer, & Crant, 2001; Thompson, 2005).

Ci sono differenze individuali che descrivono l’adattabilità?

Sì, sono cinque (Fugate 2004).:

1) L’ottimismo

L’ottimismo sul posto di lavoro porta i lavoratori a percepire il cambiamento come una sfida, una esperienza di apprendimento preziosa per crescere professionalmente (Stokes, 1996). 

Gli individui ottimisti hanno aspettative positive riguardo gli eventi  futuri e mostrano maggiore sicurezza nelle proprie abilità (Judge e altri., 1999; Peterson, 2000), essi hanno una visione migliore delle opportunità lavorative e mostrano maggiore persistenza e incisività nel raggiungimento dei loro obiettivi (Carver & Scheier, 1994).

2) La propensione ad apprendere

La propensione ad apprendere è fondamentale per l’adattabilità (Ashford & Taylor,1990; Hall & Mirvis, 1995; London e Smither, 1999).   

3) L’apertura al cambiamento

L’apertura al cambiamento favorisce le possibilità di sviluppo personale e di apprendimento  continuo ed è  positivamente associata con una buona capacità di fronteggiare situazioni poco familiari o sconosciute. Inoltre incrementa le personali abilità di affrontare una varietà  di occupazioni diverse (Barrick e Mount, 1991; Costa e McCrae,1992).

4) Il locus of control interno (stile di attribuzione causale interna)

Gli individui che mostrano un locus of control interno sono predisposti a pensare che le cause dei loro successi (o insuccessi), delle proprie scelte e risultati (professionali e non) siano determinate dal controllo sui propri  comportamenti (Rotter, 1966; Spector, 1988). Sono più adattabili perchè risultano maggiormente flessibili e proattivi a fronte di transizioni legate alla vita lavorativa, sono capaci di pianificare meglio le situazioni di incertezza, sono più resistenti ai sacrifici e agli sforzi, ciò li rende più forti di fronte alle difficoltà della vita lavorativa (Gould 1979).
Studi condotti sulla percezione di controllo mostrano che il desiderio di ottenere un senso di controllo guida gli individui verso una riduzione delle loro incertezze e ad attuare migliori strategie di fronteggiamento dei problemi a fronte di cambiamenti organizzativi (Fugate, Kinicki, e Scheck, 2002).

5) Una buona autoefficacia 

L’autoefficacia è l’insieme di percezioni sulla propria abilità individuale e consiste principalmente nella convinzione di essere capaci di raggiungere determinati obiettivi. Essa favorisce l’adattabilità personale al lavoro e maggiore probabilità di raggiungere i propri obiettivi, di fronteggiare le sfide e le difficoltà della vita in modo migliore (Judge, Erez, e Bono, 1998, p. 170)

L’adattamento ai cambiamenti nella domanda di lavoro costituisce un processo attivo per il lavoratore, colui che mostra migliori livelli di attività anche per quanto riguarda gli sforzi sostenuti, ha un migliore livello di adattamento (Ashford e Taylor 1990).

Esiste un modo per avere un alto livello di adattabilità sul lavoro?

Certo, devono verificarsi 3 condizioni:

-alto livello di feedback sul proprio lavoro e gli sviluppi del lavoro;

-mantenere alti livelli interni di adattabilità come ad es. l’ottimismo e l’autoefficacia;

-mantenere alti livelli di mobilità  (Fugate e altri 2004). 

Quale è il ruolo dell’adattabilità nel lavoro? Perchè stiamo trattando quest’argomento?

Il ruolo dell’adattabilità è determinante nello scenario lavorativo (e non solo, chiaramente). 

Per questa ragione ne abbiamo discusso cercando di definire il concetto di adattabilità in maniera un po’ più tecnica rispetto al solito. Ciò che è per noi rilevante è che può essere considerata un’abilità e quindi possiamo apprenderla. Dobbiamo sforzarci di essere meno rigidi, trovare le opportunità che offre il cambiamento una volta superato il momento di destabilizzazione, la paura (emozione normale dinnanzi al cambiamento). 

Non ci siamo dovuti adattare ad un cambiamento radicale, quindi anche lavorativo?

“Noi dobbiamo essere disposti a lasciar andare la vita che abbiamo pianificato, in modo da vivere la vita che ci sta aspettando.”

JOSEPH CAMPBELL

Irene Saya

Psicologa del lavoro e del benessere nelle organizzazioni (n iscrizione Ordine Piemonte 9396) Inseguo la mia passione per il mondo HR “come fosse l’ultimo autobus della notte” (T. Guillemets). Sarà per questo che dalla Trinacria sono arrivata a Milano facendo tappa nella città della Mole e non conosco la mia prossima destinazione? Già! Dopo la laurea col massimo dei voti ottenuta con una tesi su un progetto di formazione innovativo in FCA, mi sono occupata di recruiting e di progettazione di interventi formativi in piccole aziende fatte da grandi persone che mi hanno arricchita umanamente e professionalmente, insegnandomi a cogliere la bellezza collaterale degli imprevisti. Adesso sono una recruiter di profili IT. Il mio motto è: “Ci saranno sempre pietre sulla strada davanti a noi. Saranno ostacoli o trampolini di lancio; tutto dipende da come le usiamo” (Friedrich Nietzsche).

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