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Lavoro

Lavorare costa. Polemiche e valori sulla situazione attuale.

Siamo il Paese delle regole a metà. L’adagio lo cita chiaramente: “fatta la legge, trovato l’inganno”. 

È sempre stato così. L’esempio lampante è di questi tempi: “meglio il vaccino ad una sola dose”, “meglio aspettare ottobre che adesso il vaccino che lo faccio a fare”?

Siamo il Paese dell’egoismo, del “prima io”. Perché anche quel “prima noi” alla fine non ci piace poi così tanto. Abbiamo costruito una generazione di ignoranti funzionali e ora stiamo raccogliendo i frutti del più bieco berlusconismo. 

Siamo il Paese di “santi, poeti e navigatori” come ci definiva Cristoforo Colombo, a tutti gli effetti un migrante della prima ora. Nei secoli però abbiamo anche conquistato, schiavizzato e corrotto anime e corpi, nostrane e straniere.

Siamo il Paese fondato sul lavoro (risate dal pubblico). 

Ci siamo inventati contratti di ogni tipologia, a chiamata, a intermittenza, oltre che stage, formazione, apprendistato. Abbiamo permesso a specialisti di lavorare sotto forma di tirocinio, abbiamo tenuto migranti in condizioni infernali per poche monete al giorno, abbiamo vincolato un diritto all’impossibilità di reclamarlo. Perché è diventato un costo. Il lavoro costa. Un bel paradosso. 

Oggi le polemiche sui ristoratori che non trovano personale da assumere riempiono i giornali. I social invece sono guarniti di post che richiamano il diritto all’essere pagati.

Così svariati manager rendono ingrati e bamboccioni tanti giovani che cercano lavoro nella ristorazione e nei locali notturni e contemporaneamente schiere di mano d’opera under35 addita il nemico chiedendo tutele e salari degne di uno specializzato. 

La lotta continua, fra domanda e offerta di lavoro, senza capirsi, senza comunicare. Vengono riesumati politici e sindacalisti del secolo scorso, alcuni ancora viventi, vengono evidenziate le realtà imprenditoriali più grandi, spesso straniere ma anche italiane, come buoni prassi che ovviamente non possono essere adattate a piccole e microimprese. Sappiamo bene quale sia la nostra natura, il “fregare” è un’attitudine quanto la paura più grande che abbiamo. 

La verità è che il lavoro costa. In termini salariali e di tassazione quasi il doppio di quello che arriva nelle tasche del lavoratore. Per quest’ultimo costa metà e più della propria vita, del tempo da dedicare alla famiglia, ai propri desideri, al proprio io interiore. 

uomo che parla al telefono arrabbiato

Ma questo è un aspetto di carattere amministrativo. Basterebbe togliere il costo del lavoro e trovare qualcosa di diverso da tassare. Si può fare?! Chissà… non sta a me prendere queste decisioni così complesse. In termini psicologici e di elaborazione mentale di ciò che accade invece è possibile dare qualche consiglio.

Non bisogna aver paura di essere sfruttati

C’è un momento nella propria vita in cui ci si deve mettere alla prova. Non sempre si è fortunati nel trovare il giusto contesto al primo colpo. Bisogna pensare che per un tempo determinato possiamo concederci al fine di conoscerci meglio, in risorse e limiti, per poter scegliere meglio in futuro. Un po’ come il bambino che si scotta col fuoco. 

Si impara sempre, in ogni occasione

Ho imparato tanto della mia professione osservando chi non era in grado di farlo, spesso avendo anche posizioni apicali. Saper osservare è importantissimo ma non lasciate da parte anche gli altri sensi. Ci sono dei contesti organizzativi dove l’olfatto e il tatto hanno ugualmente un senso per capire e conoscere la realtà che stiamo vivendo. 

Quando non ci sta bene una situazione proviamo a cambiarla 

Non bisogna per forza lottare o combattere contro un nemico. I cambiamenti possono avvenire anche per osmosi, per rivelazione, per scambio. Anche il responsabile più cocciuto saprà apprezzare un buon suggerimento. Al massimo arriverà un “no”. Pazienza.

Bisogna formarsi continuamente, in ogni ambito

Non c’è un mestiere o una professione che oggi non necessiti di formazione continua. Conoscete le tre L? Long life learning, ovvero formazione lungo tutto l’arco della vita. La tradizione e l’artigianato vanno di pari passo con l’innovazione e la creatività. Che si debba servire un cocktail o pianificare un intervento di rigenerazione urbana sarete scelti per le vostre competenze e per il vostro sapere. 

Pazienza, desiderio, visione

Sono queste le tre parole chiave. Ci vuole pazienza, soprattutto se siete all’inizio della vostra carriera. Ci vuole desiderio, ardente, di raggiungere i vostri obiettivi. La visione è importante per capire se state andando nella giusta direzione, se siete in grado di interpretare i segni del presente per immaginare il vostro futuro. 

Certo la base è un contratto di lavoro, uno stipendio, un’assicurazione per gli infortuni. Questi si ottengono, speriamo, andando a votare chi ha chiara la situazione del lavoro in Italia. Per tutto il resto, oltre la carta di credito, potete metterci del vostro. Conoscersi meglio, capirsi, comprendersi e vivere seguendo i propri valori, i propri desideri e i propri sogni. 

Questo, davvero, non ha prezzo.

Alessandro Stirpe

Alessandro Stirpe è psicologo del lavoro, formatore e imprenditore. Ha lavorato per l’Università La Sapienza presso il servizio di orientamento al lavoro JobSoul, per la Regione Lazio presso l’Assessorato al Lavoro e Formazione, dal 2012 è il CEO della The Profilers Srl e dal 2017 al 2020 è stato il Presidente di Fermenti Attivi Aps. Esperto in coaching, apprendimento e comunicazione, si occupa anche di progetti per il sociale, di interventi nelle scuole, di consulenza per le pubbliche amministrazioni e di percorsi di crescita e sviluppo rivolti ad adolescenti ed adulti. Ha partecipato a ricerche nell’ambito della didattica, dei lavoratori atipici e degli stereotipi di genere. Per l’Istituto S. Pio V, edizioni Apes, ha già pubblicato un proprio contributo su “Lavoratori 3.0 – Competenze organizzative e costrutti psicologici necessari per entrare e permanere nel mondo del lavoro” a cura di Benedetto Coccia e “La Percezione dell’Immigrazione”. Dal 2018 si sta specializzando in psicoterapia sistemico-relazionale e familiarepresso l’Istituto Dedalus di Roma. Scrive riflessioni e articoli su società e psicologia sul blog alessandrostirpe.it Collabora con Di' Gay Project DGP, un'associazione di promozione sociale (Aps), che si batte per i diritti umani e civili delle minoranze LGBTQI (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, transgender, queer e intersessuali) e contro ogni forma di discriminazione.

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