Lavoro dipendente o lavoro freelance: un’ardua scelta da compiere

Il mondo del lavoro è molto complesso e variegato. Ormai si possono distinguere molti tipi di ruoli, di modalità, anche se si tende principalmente a considerare due macrocategorie: quella del lavoratore dipendente e del freelance.
Due mondi apparentemente molto diversi, ma che spesso entrano in correlazione e a volte “si scontrano”. Chi per molti anni ha una sua routine, con un suo ufficio, con un lavoro dipendente, a volte, sogna di mettersi in proprio e osare, allo stesso modo chi per anni è sempre stato “capo di se stesso”, a volte vorrebbe mettersi alla prova e provare l’ebbrezza del lavoro dipendente.
A volte essere freelance è una scelta quasi obbligata perché è sempre più complesso trovare un impiego da dipendente, mentre per alcuni la scelta della libera professione è l’unica percorribile perché non riuscirebbero a intrappolarsi negli schemi del lavoro dipendente.
Secondo alcuni studi i lavoratori freelance sarebbero i più felici per la gestione autonoma del proprio tempo e delle priorità, ma ciò, in alcuni casi potrebbe anche, alla lunga, diventare stressante.
Il profilo del lavoratore freelance, sicuramente è molto diverso da quello del lavoratore dipendente. Il primo infatti, ha una personalità più predisposta al lavoro autonomo e meno avvezza alla scrivania. In realtà, però, dall’avvento dello smart working e del coworking, anche a causa della situazione epidemiologica attuale, i confini diventano sempre più labili.
Con lo smart working anche il lavoratore dipendente può provare, lavorando da casa, come sia possibile conciliare vita privata e lavoro, capire l’importanza del proprio tempo e iniziare a valutare anche un cambiamento di rotta nella propria carriera.
Vediamo insieme quali sono i parametri da considerare nella scelta tra lavoro dipendente o da freelance.

L’orario di lavoro
Nella scelta tra lavoro dipendente o freelance, l’orario lavorativo è tra le prime considerazioni da fare.
Il lavoro da dipendente avrebbe la scansione di 40 ore settimanali, ma ormai, sembrano diventate utopistiche! Tra straordinari, e-mail, messaggi del capo, ormai la maggior parte dei lavoratori a tempo pieno fatica a conciliare vita privata e attività lavorativa.
Il lavoratore freelance, invece, riesce a gestire meglio il suo tempo, i suoi impegni riuscendo anche a conciliare la vita privata, senza rinunciare alla puntualità e al rispetto delle scadenze.
Lavoro autonomo o dipendente: benefit
Se si considera il punto di vista dei benefits aziendali come: ferie, contributi per la pensione, buoni pasto, il lavoratore freelance è un po’ più sacrificato. Infatti deve provvedere da sé ai contributi, alla gestione delle ferie, anche se non saranno retribuite e anche la tredicesima non è prevista, mentre il lavoratore dipendente da questo punto di vista trae diversi vantaggi.
Lavoro dipendente vs. partita iva: la motivazione
Dopo un lungo periodo da dipendente gli stimoli iniziano a essere sempre meno e, spesso, si cerca di essere precisi e puntuali anche solo per evitare problemi o per garantirsi uno stipendio.
Questa motivazione a lungo andare può iniziare a diventare riduttiva per la motivazione e portare un po’ di malcontento e sempre meno carica. Il lavoratore freelance, invece, trova sempre nuovi spunti, nuovi slanci, creando da sé la propria giornata lavorativa, incrementando così ogni giorno la propria motivazione, sentendosi sempre gratificato e felice di intraprendere nuove attività.
Il rapporto con i colleghi
Tra gli aspetti del lavoro dipendente uno dei principali è quello del rapporto con i colleghi e le dinamiche all’interno dell’azienda che possono essere un aspetto positivo, ma possono anche condizionare il benessere, se non creare tensioni.
Il freelance è al di fuori di questi meccanismi interni, anche se il rapporto con il cliente, non è del tutto scevro da dinamiche come comunicazioni lente e passaggi molto lunghi. Alcuni lavoratori freelance, però, hanno scelto di lavorare in spazi di coworking perché soffrono la solitudine e per avere interazioni, in modo da avere il vantaggio degli spazi comuni evitando i classici meccanismi di gerarchie, competizioni tra colleghi tipici degli uffici.
La stabilità: meglio essere un dipendente?
L’attività del freelance potrebbe essere considerata tra le più instabili, considerando periodi di magra che si contrappongono a periodi molto frenetici.
C’è da considerare anche la difficoltà della costruzione della rete sociale e dei clienti, sempre in costante evoluzione.
Il lavoratore dipendente, da questo punto di vista, ha una certa stabilità e sicurezza, ma è tra i più soggetti a licenziamenti e contratti a termine.
Quindi, forse, avere un portfolio ampio di clienti, può rivelarsi più sicuro di un lavoro dipendente.